01 gennaio 1960

Una storia d'amore nata al Rifugio Giannetti

Da Lissone si partiva con i due “Guzzi”, il Giancarlo Duchi sul suo “Lodola” ed il Berto Ferè (Umberto Arosio) con il suo “Stornello”i pomeriggi sabatini di un’estate calda cinquant’anni fa, preceduti dal Gatti Giovanni che di buon mattino si metteva in viaggio , ed arrivavano in quel della Val Masino dove, a Bagni, si lasciavano le moto. Va detto che il Guzzi del Berto nelle numerose curve salendo da Ardenno “tagliava” per una sorta di imprecisione del meccanismo anteriore e finiva regolarmente fuori strada, ma poi il tempo perso si recuperava tirando sul dritto…..e puntualmente prima di San Martino Val Masino li rinfrescava un bel temporalone.

Il Gatti, chissà come mai, tra i vari itinerari d’uscita alpinistica, puntava sempre sul Rif. Gianetti ed i suoi ignari e fradici compagni d’avventura brontolando un po’ si macinavano gli oltre 1400 metri di dislivello a piedi tutti i santi fine settimana……quando poi arrivavano su di sabato, il giorno dopo li aspettava la Via Normale del Badile e del Cengalo! Belle soddisfazioni certo, ma se pensiamo che l’unica corda che il rifugista Giacomo Fiorelli, della famosa stirpe di guide alpine del Masino, prestò loro per affrontare la cuspide gelata del Cengalo era la corda dell’asino! Il perché delle varie ripetizioni Lissone-Gianetti, Badile e Cengalo, il Duchi ed il Berto Ferè lo capirono alle fine dell’estate, quando finalmente, messo alle strette il Gatti, confessò loro di essersi innamorato della bella Maria Lotici che lavorava alla Gianetti facendo stagione estiva! E’ proprio vero che l’amore muove le montagne! Gli occhi azzurri della Maria, da allora e a tutt’oggi chiamata “la ragazza della Gianetti” che riflettevano il cielo sopra le stupende cime dell’Alta Val Masino ancora oggi brillano di felicità per il suo Giovanni e gli amici di allora raccontano ridendo la loro storia d’amore.