A Santiago di Compostela attraverso la Galizia.
Siamo partiti in sette Cinzia, Mariarosa, Daniele, Franco, Luigi, Sergio e Silvano da Villafranca del Bierzo, regione della Castiglia-Leon in Spagna e abbiamo raggiunto Santiago De Compostela a piedi in otto giorni con zaini pesanti dai 7 ai 9 kg.
Tempo fresco quasi sempre, un paio di meriggi assolati, pioggerelle a tratti e un vero diluvio nella terza tappa prima di Sarria, ci hanno accompagnati permettendoci di camminare in allegria e di condividere con altri “pelegrinos” il percorso che , raggiunto il punto più alto a mt. 1296 a “O’ Cebreiro”, dopo circa ottocento mt di salita su 29 km. (prima tappa) ci ha fatto entrare in Galizia.
Il clima in questa antica regione è umido e qualche nebbia mattutina ha reso misteriose ed affascinanti le foreste di querce e di eucalipto che si attraversano, svelandoci decine di piccoli paesi rurali con minuscoli granai “hòrreos” costruiti su basamenti in pietra antitopo e le mucche libere nei pascoli immensi, lungo sentieri cosparsi di fiori e di chiesette spoglie.
Paesaggi d’altri tempi, consuetudini di vita che ci ricordavano la nostra di cinquanta – sessanta anni fa quando Lissone aveva i fianchi cinti da cascine e campi coltivati delimitati dai “moroni”. Luigi intanto aveva iniziato il suo vasto repertorio di ballabili anni 60 e con il suo canto ci allietava facendoci ricordare la Via Francigena dell’anno scorso!
Dopo il villaggio O’ Cebreiro sull’omonimo passo, che trae origine da un insediamento preromano formato da tipiche abitazioni a forma ellittica, con muri in ardesia e tetto di paglia di segale, al cui centro si erge la Iglesia de Santa Maria del IX secolo ( uno degli esempi più preziosi del preromanico gallègo) si proseguiva per Triàcastela (circa 30 km).
Una variante di qualche kilometro nella successiva tappa per Sarria ci porta al Monastero di Samos, centro benedettino dal volto neoclassico, purtroppo chiuso al nostro arrivo. Ripreso il cammino giungiamo il pomeriggio inoltrato a Sarria sotto un imponente acquazzone.
Qui docce calde e cambio d’abiti ci hanno confortato; i luoghi d’accoglienza sono un po’ spartani ed i letti rigorosamente a castello ci hanno fatto sentire “pelegrinos” autentici ma per fortuna ci sono “Lavadora Y Secadora” ovunque e in un’oretta abbiamo lavato ed asciugato tutto!!! ….Brava Cinzia che si attivava in tempi utili per prenotarci l’accoglienza giorno per giorno con il suo smart! Un breve riposino e visita ai luoghi intorno con cena “gallèga” sono d’obbligo.
Si prosegue poi in castagneti millenari per Portomarìn (altri 29 km) in saliscendi continui, le stradine ben indicate da pietre miliari ogni 500 mt. ed i numeri in regressione ci confortano indicandoci Santiago ormai vicina. Il percorso a questo punto si è fatto affollato, numerosi pullman scaricano persone che con poco peso sulle spalle raggiungeranno Santiago sugli ultimi 100 kilometri, assistiti a volte da taxi……e noi a piedi !
Quasi in processione percorriamo altri 26 km fino a Palas de Rei dove si dorme e il giorno seguente Arzùa e poi ancora O’ Pedrouzo, ultima tappa prima della mèta. Salita finale al Monte Do Gozo dove i “peregrinos” di un tempo cantavano il Te Deum di ringraziamento in vista della città e passando in prossimità dell’Aeroporto Lavacolla si entra in Santiago. L’emozione è grande e ci si abbraccia come compagni di un viaggio che ci ha visti uniti nel raggiungimento del traguardo!!
La visita alla Cattedrale di St. Jacobe (San Giacomo Apostolo) è la cosa che avremmo voluto fare prima di tutto ma, purtroppo, a causa degli zaini (vietati all’interno), della fila in attesa dell’attestato del Cammino che avremo poi ricevuto non prima delle 19 e della pioggia ormai imminente e minacciosa decidiamo di trasferirci a Finisterre in auto.
Nei due giorni seguenti siamo saliti sul promontorio sopra il Faro di Finisterre, dove la pietra miliare recante la cifra 0,00 km segna la punta più a ovest del continente per i pellegrini di allora cioè la finis terrae… e poi l’Atlantico con i suoi magnifici scorci e lo spettacolare tramonto.
Secondo un’antica tradizione celtica Capo Finisterre rappresentava il punto di partenza delle anime per l’aldilà.
Il giorno dopo, altra salita al promontorio opposto al Capo e con percorso anulare ritorno a Finisterre mentre Franco con una corsa solitaria raggiungeva Muxia e oltre.
La mattina seguente partenza di buon’ora in pullman che ci riporta a Santiago dove finalmente entriamo nella Cattedrale. La maestosa facciata Obradoiro (opera d’oro) è una trionfale opera barocca del 1700 mentre la Porta Sud da cui entriamo è in stile romanico…..ci vollero secoli per arricchire e terminare un’opera di tal volume!
Anche la Torre Berenguela alta 72 mt è ritenuta una delle più belle della città, in barocco spagnolo. La sua campana suona solo per indicare la mezzanotte e la si ode a decine di km di distanza. Per la descrizione delle opere d’arte al’interno non basterebbero due pagine…
All’interno luccicante di ori e statue in ogni dove veniamo accolti in una delle tante cappelle laterali dove si celebra la S. Messa per gli Italiani ed il pomeriggio malgrado la pioggia ed il freddo (13 gradi) torniamo alla Cattedrale per vederla meglio, per ascoltare il silenzio e pregare davanti alla Tomba del Santo.
Fine del viaggio di Compostela……… arrivederci all’anno prossimo amici “trotadores”!
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