Aprile 2012

Galeas per Montes conducendo

Storia
Galeas per Montes conducendo

La piccola e suggestiva valletta di Santa Lucia, che scende da Nago verso Torbole ai piedi delle rocce precipiti di Castel Pénede, fu testimone nel 1439 di un fatto straordinario: il passaggio di una intera flotta veneziana formata da sei galee e 25 imbarcazioni più leggere. L'idea di una simile impresa fu di un vecchio uomo di mare, Sorbolo da Candia, che la espose al Senato della Serenissima ottenendone tutti i mezzi necessari per la sua realizzazione.

Nel 1438 scoppia la terza Guerra lombarda, che vede contrapposte due antiche rivali: Milano, allora governata da Filippo Maria Visconti e Venezia, la Serenissima repubblica che, dominatrice dei mari, cercava ora di consolidare il suo dominio anche sulla terraferma. Gli eserciti erano comandati da due famosi capitani di ventura: Niccolò Piccinino al servizio dei Visconti ed Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, al soldo della Serenissima.

In quello stesso anno Brescia, allora in possesso di Venezia, viene cinta d'assedio dal Piccinino, e la città chiede rinforzi e vettovaglie. Ma risulta difficile avvicinarsi, perchè i Visconti controllano tutta la pianura Padana fino a Verona, ed anche le Giudicarie sono governate da feudatari che gli sono amici. L'unica via di accesso sono dunque le valli di Ledro e del Chiese, attraverso le quali sarebbe possibile prendere il nemico alle spalle. Ma per risalire la valle di Ledro attraverso il Ponale, è necessario avere il dominio e il controllo delle acque dell'Alto Garda. Ed è qui che si rivela la grande abilità strategica dei veneziani e la loro determinazione davanti ad imprese che sembravano a prima vista impossibili.

Sorbolo di Candia conosce l'Adige ed ha notizie precise sulla sua navigabilità; conosce anche la strada che unisce Mori a Torbole attraverso il passo di San Giovanni e ritiene possibile, navigando a ritroso, portare una piccola flotta lungo l'Adige e successivamente farla scendere a Torbole. Forte di questa sua idea si fa introdurre in Senato a Venezia e la illustra agli attenti senatori.

"Fu stimato costui pazzo alla prima, parendo loro impossibile, che ciò far si potesse; ma essendo poi stati avvertiti colui non essere altrimenti pazzo, ma di grande ingegno, e giudizio, cominciarono a dagli orecchie..." Così scrive uno storico dell'epoca, Gerolamo dalla Corte, gentiluomo veronese.

Il Senato dà dunque ordini all'Arsenale di predisporre quanto il Sorbolo chiedeva, e alle città e alle popolazioni che si trovavano lungo l'Adige di obbedirgli. Galee e galeoni muovono da Venezia nel novembre del 1438, risalgono l'Adige e giungono a Mori. "Quivi cavatigli dal fiume e postigli sotto i maggiori di mano in mano legni rotondi, che potessero facilmente scorrere, et attaccativi de' buoi giunti a due, et a quattro gli condusse nel lago di Santo Andrea (lago di Loppio)... gli altri minori fecevi condurre sopra certi gran carri fatti a posta...".

Dopo Loppio fu necessario un maggiore impiego di forza per superare la salita di San Giovanni, ed essendo inoltre il percorso accidentato e segnato da grossi massi, "fu necessario usare un gran numero di guastatori per togliergli e spianar il luogo...".

La difficoltà maggiore. Però, fu incontrata nella discesa verso Torbole, ed in particolare nella valletta di Santa Lucia. Sentiamo ancora il nostro storico: "Chi ha veduto quei luoghi per dove questa armata fu condutta, e l'erta e scoscesa salita, e precipitosa discesa di que' monti, stima impossibile, che ingegno, o forza umana abbia potuto ciò fare, considerando la grandezza ed il peso delle cose, che lassù furon tirate, e di lassù poi nel fondo calate; nel che fu forse maggiore difficultà, e pericolo, che nel tirarle in su non era stato...".

Nel febbraio del 1439 la flotta fu varata nel porto di Torbole. I veneziani speravano, contando sulla loro antica esperienza nelle battaglie navali, di vincere i milanesi sul lago, ma ne furono sconfitti al largo di Maderno, e la loro flotta, il cui trasferimento sul Garda tanta fatica era costata, venne distrutta. La fermezza dei veneti seppe tuttavia vincere lo sconforto. Si rimisero al lavoro e costruirono, questa volta sulla spiaggia di Torbole, una nuova flotta.

"Acciocché non paresse che avessero perduto l'animo, ordinarono una nuova armata, da essere posta in lago con diverso modo da quello di prima, cioè che i legnami e le altre materie fossero condotte a Torbole su seicento carri...".

Il 17 maggio 1440 i veneziani sconfissero la flotta milanese al largo di Torbole, vicino al Ponale, e Brescia poté ricevere finalmente i vettovagliamenti attraverso il lago.

L'evento storico che abbiamo raccontato ebbe vasta risonanza, e fu anche figurativamente rappresentato. Un'antica carta geografica dei domini veneziani sulla terraferma, oggi conservata presso l'Archivio di Stato di Venezia, riproduce il trasporto della flotta attraverso la montagna. Grazie ad essa disponiamo delle più antiche immagini dei castelli di Arco, Tenno e Pénede, che vi sono raffigurati. L'avvenimento è ricordato anche da un affresco che si trova sul soffitto di una sala del palazzo ducale di Venezia.

Il Sorbolo ebbe onori solenni a Venezia. Il Senato lo ringraziò per la sua perizia "... in conducendo galeas per montes in lacu Gardae cum gloria nostra...".


tratto dal libro "Saluti dal Garda" di Ferdinando Martinelli

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